lunedì 12 febbraio 2007

TRASFIGURAZIONE-DILATAZIONE DOMENICALE




Affrettato contesto-fuga di ecchimosi-flaccido-scalcinata, naturalmente in contesto autunnale-polacco. Nebbiosità, nebulosità pallosità febbricitante padanoide-dialettale-bestemmian-d(i)o-delle-canne-zuccherose. Vini barricati-implosi in contesto clitorideo, spasticamente schizzati in infusione-diafanamente-diffusa annaffiano ostie verginalmente sifilitiche. Selciato paranoie di quel dio-ca(na)rino-scafista-satiro, chiaramente dalle cornee sezionate a grappolo. Villani dai trattori trattati, grondanti smegma-sbuazzoso-da-catramista; essi psicanalizzano madonne-ninfomani-informi, avvinazzano sgualdrine profetizzando scongiuri blasfemo-lirici.

Svolazzano, sciamano, planano "putti"… “ah, ah, battono!! Froci di merda!!”. Strade perdute lynchate-scazzo-domenicale-beviamo-appanniamo-'sta-nebbia-cazzo!…. Volgarità fluttuanti esalazioni bucoliche, volti pingui, canuti, occhiate da dio-Lenone. Una mediterraneità asfissiante-retriva-giovialmete-sospetta… eppure danzano fanciulle brufolose con brocche (“bronchi?!!”) e prelibatezze-da-fossa-biologica, tacitamente viziano la propria interiorità brandendo Tampax , spacciando batuffoli rosa e birre d’Abazia-dell’Alsazia-in-fiore. Tempeste d’acciaio di revanscismo teutonico-‘na-raffica-De-Mita,...“un cargador entero!”. Barbetta sonnecchiante mi lancia un’occhiata torvo-comprensiva, ligio di mestizia; io esalo gas merdosi rifiutando lo straripare-di-lucernari-ronzanti. Brandisco con bonomia e nichilismo il litro di liquame alcolico-arancione, sgraffignato a Miss-grigia-decadenza-e-flaccidità-inguaribile. Vanto un corso di bestemmie pre-puberale e sghignazzo smorfiosamente, filtrando volgarità scoreggianti di motorini-col-trucco rombanti e autoradio sincopati. Spasmi a fiotti allagano praterie teutoniche, con stivaletto autoritario e quel barboso cazzuto-Abramo-cannuto. L’immacolata concezione nichilististica sfuma sferragliante, allo srotolarsi di fresche fattezze agro-pastorali. Sorpreso e sgranante occhi vitrei, colante bave bianco-spinose da labbra e mucose. Tentacolare mi si insinua supponente-implorante un sorriso-ghigno-appagante… aneliti Lituani o contesti agresti Rumeno-Bvgari. Dalle sue lenti appannate, una strizzatina d’occhio. Rinsavisco tiepidamente incuriosito da quell’occhiale-vispa-Teresa-Dolce&Polesine e naturalmente... dallo “zoccolo duro” della Polonia. Prediligo un certo sesto-senso da marcia-piede, spirituale affinità a un tale ”Pol-istirolo” verso il postib(ir)olo. “Che stracazzo spari?!…Polenta-Poli-tecnico-Poli-saccarosio-polacco-di-Lenon-Soda” puntualizza subitaneo quel porco d'“Io”. Salmodiamo in placida armonia una metastasi di tantrismi, tediosamente domenicali… parafrasando: un’inutilità mistico-desolante. Profezie infauste di nasi semiti (sempre Pippo-Franc-esc-o-In-Grass-i-a-to) : “è giunta l’ora!”. “Suggerirei d’annichilire con garbo l’obesa suina-sgraziata-sgozzabile-cariatissima-ciarlatana-penosa-
colpevolizzabile-espiabile-sacrificabile-
imputabile-trascurabile-minimizzabile-mimetizzabile-latrina-di-cesso-sconquassata-trombante-
diarrea-immonda-canea-catarrosa-cancrena-gassosa-sludra-
ingombrante-inglobante-merdosa-melmosa-adiposa”. Con aria soddisfatta ci scambiamo un paio di occhiate, il consueto sorrisetto cinico stampato in faccia….“Les jeux sont fait!”.

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